Organizziamo Gruppi di catechesi cioè un cammino di riscoperta della fede nella Repubblica di San Marino, Catechesi per adulti a San Marino.
Catechesi per adulti, Domagnano, 09 ottobre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 16 ottobre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 23 ottobre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 30 ottobre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 6 novembre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 20 novembre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 27 novembre 2012
Catechesi per adulti, Domagnano, 4 dicembre 2012
05/12/2012
Catechesi per Adulti, Domagnano, 11 dicembre 2012
05/12/2012
3/1/2013
Catechesi per adulti, Domagnano, 8 gennaio 2013
3/1/2013
14/01/2013
Catechesi per adulti, Domagnano, 15 gennaio 2013
14/01/2013
16/01/2013
Catechesi per adulti, Domagnano, 22 gennaio 2013
16/01/2013
28/01/2013
Catechesi Domagnano, 19.2.13. Io credo in Dio: il
28/01/2013
19 febbraio, prima catechesi dopo le dimissioni del Santo Padre (un grande lavoratore nella vigna del Signore), una serata particolare, con un argomento che tocca i cuori: l'amore di Dio Padre.
Catechesi Benedetto XVI - 30 gennaio 2013
Di seguito alcuni documenti relativi alla catechesi o comunque toccati prima o durante l'esposizione da parte di Don Gabriele. Per i commenti, la pagina del forum è questa.
1) Il Papa parla ai parroci di Roma Concilio Vaticano II (Testo - Video).
2) Intervista a Card. Ratzinger del 2001 (Testo).
3) Salmo 27 (Testo - Video).
4) Salmo 136 (Testo - Testo recitato).
5) Salmo 103 (Testo - Canto).
6) Il grande inquisitore, F. M. Dostoevskij - I fratelli Karamazov, 1879 (Testo).
7) Il libero arbitrio ovvero, sii il tuo miracolo - film "Una settimana da Dio" (Video).
8) Ciò che chiediamo a Dio - film "Amadeus" di Milos Forman (Video).
23/02/2013
Catechesi Domagnano, 26.2.13. Dio Creatore del cie
23/02/2013
02/03/2013
Catechesi Domagnano 5 marzo 2013
02/03/2013
05/03/2013
Catechesi Domagnano, 12 marzo 2013. Il ricordo del
05/03/2013
Il ricordo del Concilio Vaticano II da parte di Benedetto XVI: testo.
24/03/2013
Catechesi Domagnano, 19 marzo 2013: San Giuseppe
24/03/2013
Catechesi dedicata al ruolo di Giuseppe, custode di Gesu', di Maria e della Chiesa tutta (testo).
06/04/2013
Catechesi Domagnano, 2 aprile 2013: il Card. Bergo
06/04/2013
Serata di riflessione su 3 testi di Papa Francesco, in particolare sul secondo, relativo al discorso sulla evangelizzazione tenuto dal Card. Bergoglio in pre Conclave.
Testo
06/04/2013
Catechesi Domagnano, 9 aprile 2013: lasciamoci ill
06/04/2013
Domagnano, 9 aprile 2013, riflessioni sul testo di Papa Francesco sulla Resurrezione.
Testo
21/05/2013
Catechesi Domagnano, 23 aprile 2013
21/05/2013
21/05/2013
Catechesi Domagnano, 30 aprile 2013
21/05/2013
21/05/2013
Catechesi Domagnano, 7 maggio 2013
21/05/2013
21/05/2013
Catechesi Domagnano, 14 maggio 2013
21/05/2013
21/05/2013
Catechesi Domagnano, 21 maggio 2013: le parole nel
21/05/2013
Serata dedicata alla veglia di Pentecoste del Santo Padre con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e le aggregazioni laicali, del 18 maggio 2013.
Testo
Video
27/05/2013
Catechesi Domagnano 28 maggio 2013: lo Spirito San
27/05/2013
Nella serata abbiamo parlato anche di:
=> Miracolo in Cina, una neonata sopravvive nello scarico di un bagno e "rinasce" (testo, video);
=> Catene e terrore: Un vescovo nella persecuzione comunista in Romania (libro);
=> L'amore inatteso, titolo originale "Chi vuol essere amato?" (Trailer, che non rende giustizia al film...)
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
Ultima catechesi, dedicata allo Spirito Santo guida della Chiesa, prima della pausa estiva, basata sui seguenti testi:
Udienza generale del Santo Padre del 15 maggio 2013 (testo)
Udienza generale del Santo Padre del 15 maggio 2013 (testo)
16/06/2013
Domagnano 21 giugno 2013 ore 21, sala parrocchiale
16/06/2013
In attesa della ripartenza delle catechesi dopo l'estate, incontriamoci per parlare e confrontarci. Nella serata la discussione sarà basata sul film "Ultima cima" e sulla storia del sacerdote che il film racconta.
15/10/2013
Domagnano 15 ottobre 2013: riprende la catechesi p
15/10/2013
Riprendiamo il nostro cammino di Fede con un testo di Giovanni Paolo II: catechesi tradendae
Martedì prossimo la catechesi sarà dedicata alla Lumen Fidei
22/10/2013
Domagnano - Catechesi Adulti - Martedì 22 dalle
22/10/2013
La luce della fede: con quest’espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: « Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre » .
Anche san Paolo si esprime in questi termini: « E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulge nei nostri cuori ».
Nel mondo pagano, affamato di luce, si era sviluppato il culto al dio Sole, Sol invictus, invocato nel suo sorgere. Anche se il sole rinasceva ogni giorno, si capiva bene che era incapace di irradiare la sua luce sull’intera esistenza dell’uomo. Il sole, infatti, non illumina tutto il reale, il suo raggio è incapace di arrivare fino all’ombra della morte, là dove l’occhio umano si chiude alla sua luce.
29/10/2013
Domagnano Catechesi Adulti Martedì 29 Ottobre 20
29/10/2013
TESTIMONIANZA DALLA SYRIA
Testimonianza dalla Syria, in collaborazione con Centro Sociale Sant'Andrea, Ora pro Siria e Cultura Cattolica. Incontro martedì 29 ottobre ore 21 presso il salone parrocchiale di Domagnano. Relatore Mons. Giuseppe Nazzaro, Vicario Apostolico di Aleppo (fino 15 aprile 2013), Saman Daoud, membro del gruppo dei servizi di Gian Micalessin in Syria e per Rainews24,
Non mancate vi perdete un pezzo del vostro cammino di fede
*****************************
Mons.Giuseppe Nazzaro, Vescovo dell’ordine dei francescani, è stato vicario apostolico di Aleppo dal 2002 fino a metà di quest’anno (fino 15 aprile 2013). Prima di arrivare nella seconda città più grande della Siria – oggi dilaniata e divisa tra l’est comandato dai ribelli jihadisti e l’ovest assediato, ancora sotto il controllo del governo – monsignor Nazzaro è stato custode di Terra Santa dal 1992 al 1998, ha conosciuto da vicino il Cairo e Alessandria, dove è stato parroco, e ha mantenuto dal 1986 al 1992 la segreteria della Conferenza dei ministri provinciali del Medio Oriente e Nord Africa. A tempi.it parla della situazione «quasi di assedio» in cui si ritrovano i cittadini di Aleppo ovest, di una «guerra guidata dall’esterno» e delle poche speranze che nutre sulla sorte dei due vescovi rapiti da ormai tre mesi: «Temo che siano morti».
I VIDEO DELLA SERATA=> LINK
05/11/2013
Catechesi di Martedì 05 Novembre 2013 a Domagnano
05/11/2013
Lumen fidei è la prima enciclica di papa Francesco, pubblicata il 29 giugno 2013, nell'anno della fede. Il testo della lettera enciclica è stato iniziato da papa Benedetto XVI durante il suo pontificato, poi consegnato al suo successore Francesco che ne ha esteso e firmato il lavoro.
Capitolo I: Abbiamo creduto all'amore
Il primo capitolo presenta la dinamica della fede attraverso il racconto biblico della storia della salvezza: da Abramo al popolo di Israele, fino al compimento della fede in Gesù e alla riflessione su di lui operata dagli scritti del Nuovo Testamento.
12/11/2013
Catechesi Adulti - Martedì 12 Novembre dalle ore
12/11/2013
6.
L’Anno
della fede ha avuto
inizio nel 50°
anniversario
dell’apertura del
Concilio Vaticano II.
Questa coincidenza ci
consente di vedere che
il
Vaticano II è stato
un Concilio sulla fede,
in quanto ci ha invitato
a rimettere al centro
della nostra vita
ecclesiale e personale
il primato di Dio in
Cristo. La Chiesa,
infatti, non presuppone
mai la fede come un
fatto scontato, ma sa
che questo dono di Dio
deve essere nutrito e
rafforzato, perché
continui a guidare il
suo cammino. Il Concilio
Vaticano II ha fatto
brillare la fede
all’interno
dell’esperienza umana,
percorrendo così le vie
dell’uomo contemporaneo.
In questo modo è apparso
come la fede arricchisce
l’esistenza umana in
tutte le sue dimensioni.
19/11/2013
Catechesi Adulti - Martedì 19 Novembre dalle ore 2
19/11/2013
12.
L’Anno
della fede ha avuto
inizio nel 50°
anniversario
dell’apertura del
Concilio Vaticano II.
Questa coincidenza ci
consente di vedere che
il
Vaticano II è stato
un Concilio sulla fede,
in quanto ci ha invitato
a rimettere al centro
della nostra vita
ecclesiale e personale
il primato di Dio in
Cristo. La Chiesa,
infatti, non presuppone
mai la fede come un
fatto scontato, ma sa
che questo dono di Dio
deve essere nutrito e
rafforzato, perché
continui a guidare il
suo cammino. Il Concilio
Vaticano II ha fatto
brillare la fede
all’interno
dell’esperienza umana,
percorrendo così le vie
dell’uomo contemporaneo.
In questo modo è apparso
come la fede arricchisce
l’esistenza umana in
tutte le sue dimensioni.
26/11/2013
Catechesi Adulti - Martedì 26 Novembre dalle ore
26/11/2013
La
salvezza mediante la fede
19. A partire da questa
partecipazione al modo
di vedere di Gesù,
l’Apostolo Paolo, nei
suoi scritti, ci ha
lasciato una descrizione
dell’esistenza credente. Colui che
crede, nell’accettare il
dono della fede, è
trasformato in una creatura
nuova, riceve un nuovo
essere, un essere filiale,
diventa figlio nel Figlio.
"Abbà, Padre" è la parola
più caratteristica
dell’esperienza di Gesù, che
diventa centro
dell’esperienza cristiana
(cfr
Rm 8,15). La vita
nella fede, in quanto
esistenza filiale, è
riconoscere il dono
originario e radicale che
sta alla base dell’esistenza
dell’uomo, e può riassumersi
nella frase di san Paolo ai
Corinzi: « Che cosa possiedi
che tu non l’abbia ricevuto?
» (1
Cor 4,7). Proprio qui si
colloca il cuore della
polemica di san Paolo con i
farisei, la discussione
sulla salvezza mediante la
fede o mediante le opere
della legge. Ciò che san
Paolo rifiuta è
l’atteggiamento di chi vuole
giustificare se stesso
davanti a Dio tramite il
proprio operare. Costui,
anche quando obbedisce ai
comandamenti, anche quando
compie opere buone, mette al
centro se stesso, e non
riconosce che l’origine
della bontà è Dio. Chi opera
così, chi vuole essere fonte
della propria giustizia, la
vede presto esaurirsi e
scopre di non potersi
neppure mantenere nella
fedeltà alla legge. Si
rinchiude, isolandosi dal
Signore e dagli altri, e per
questo la sua vita si rende
vana, le sue opere sterili,
come albero lontano
dall’acqua. Sant’Agostino
così si esprime nel suo
linguaggio conciso ed
efficace: «
Ab eo qui fecit te noli
deficere nec ad te », «
Da colui che ha fatto te,
non allontanarti neppure per
andare verso di te ».[15]
Quando l’uomo pensa che
allontanandosi da Dio
troverà se stesso, la sua
esistenza fallisce (cfr
Lc 15,11-24).
L’inizio della salvezza è
l’apertura a qualcosa che
precede, a un dono
originario che afferma la
vita e custodisce
nell’esistenza. Solo
nell’aprirci a quest’origine
e nel riconoscerla è
possibile essere
trasformati, lasciando che
la salvezza operi in noi e
renda la vita feconda, piena
di frutti buoni. La salvezza
attraverso la fede consiste
nel riconoscere il primato
del dono di Dio, come
riassume san Paolo: « Per
grazia infatti siete stati
salvati mediante la fede; e
ciò non viene da voi, ma è
dono di Dio » (Ef
2,8).
20. La nuova logica
della fede è centrata su
Cristo. La fede in
Cristo ci salva perché è
in Lui che la vita si
apre radicalmente a un
Amore che ci precede e
ci trasforma
dall’interno, che agisce
in noi e con noi. Ciò
appare con chiarezza
nell’esegesi che
l’Apostolo delle genti
fa di un testo del
Deuteronomio, esegesi
che si inserisce nella
dinamica più profonda
dell’Antico Testamento.
Mosè dice al popolo che
il comando di Dio non è
troppo alto né troppo
lontano dall’uomo. Non
si deve dire: « Chi
salirà in cielo per
prendercelo? » o « Chi
attraverserà per noi il
mare per prendercelo? »
(cfr
Dt 30,11-14).
Questa vicinanza della
Parola di Dio viene
interpretata da san
Paolo come riferita alla
presenza di Cristo nel
cristiano: « Non dire
nel tuo cuore: Chi
salirà al cielo? — per
farne cioè discendere
Cristo —; oppure: Chi
scenderà nell’abisso? —
per fare cioè risalire
Cristo dai morti » (Rm
10,6-7). Cristo è
disceso sulla terra ed è
risuscitato dai morti; con
la sua Incarnazione e
Risurrezione, il Figlio di
Dio ha abbracciato l’intero
cammino dell’uomo e dimora
nei nostri cuori attraverso
lo Spirito Santo. La fede sa
che Dio si è fatto molto
vicino a noi, che Cristo ci
è stato dato come grande
dono che ci trasforma
interiormente, che abita in
noi, e così ci dona la luce
che illumina l’origine e la
fine della vita, l’intero
arco del cammino umano.
21. Possiamo così capire
la novità alla quale la fede
ci porta. Il credente è
trasformato dall’Amore, a
cui si è aperto nella fede,
e nel suo aprirsi a questo
Amore che gli è offerto, la
sua esistenza si dilata
oltre sé. San Paolo può
affermare: « Non vivo più
io, ma Cristo vive in me » (Gal
2,20), ed esortare: «
Che il Cristo abiti per la
fede nei vostri cuori » (Ef
3,17). Nella fede,
l’"io" del credente si
espande per essere abitato
da un Altro, per vivere in
un Altro, e così la sua vita
si allarga nell’Amore. Qui
si situa l’azione propria
dello Spirito Santo. Il
cristiano può avere gli
occhi di Gesù, i suoi
sentimenti, la sua
disposizione filiale, perché
viene reso partecipe del suo
Amore, che è lo Spirito. È
in questo Amore che si
riceve in qualche modo la
visione propria di Gesù.
Fuori da questa
conformazione nell’Amore,
fuori della presenza dello
Spirito che lo infonde nei
nostri cuori (cfr
Rm 5,5), è
impossibile confessare Gesù
come Signore (cfr
1 Cor 12,3).
La forma
ecclesiale della fede
22. In questo modo
l’esistenza credente
diventa esistenza
ecclesiale. Quando san
Paolo parla ai cristiani
di Roma di quell’unico
corpo che tutti i
credenti sono in Cristo,
li esorta a non
vantarsi; ognuno deve
valutarsi invece «
secondo la misura di
fede che Dio gli ha dato
» (Rm
12,3). Il credente
impara a vedere se
stesso a partire dalla
fede che professa: la
figura di Cristo è lo
specchio in cui scopre
la propria immagine
realizzata. E come
Cristo abbraccia in sé
tutti i credenti, che
formano il suo corpo, il
cristiano comprende se
stesso in questo corpo,
in relazione originaria
a Cristo e ai fratelli
nella fede. L’immagine
del corpo non vuole
ridurre il credente a
semplice parte di un
tutto anonimo, a mero
elemento di un grande
ingranaggio, ma
sottolinea piuttosto
l’unione vitale di
Cristo con i credenti e
di tutti i credenti tra
loro (cfr Rm 12,4-5). I
cristiani sono "uno"
(cfr Gal 3,28), senza
perdere la loro
individualità, e nel
servizio agli altri
ognuno guadagna fino in
fondo il proprio essere.
Si capisce allora perché
fuori da questo corpo,
da questa unità della
Chiesa in Cristo, da
questa Chiesa che —
secondo le parole di
Romano Guardini — « è la
portatrice storica dello
sguardo plenario di
Cristo sul mondo »,[16]
la fede perde la sua
"misura", non trova più
il suo equilibrio, lo
spazio necessario per sorreggersi. La fede
ha una forma necessariamente
ecclesiale, si confessa
dall’interno del corpo di
Cristo, come comunione
concreta dei credenti. È da
questo luogo ecclesiale che
essa apre il singolo
cristiano verso tutti gli
uomini. La parola di Cristo,
una volta ascoltata e per il
suo stesso dinamismo, si
trasforma nel cristiano in
risposta, e diventa essa
stessa parola pronunciata,
confessione di fede. San
Paolo afferma: « Con il
cuore infatti si crede […],
e con la bocca si fa la
professione di fede… » (Rm
10,10). La fede non è un
fatto privato, una
concezione individualistica,
un’opinione soggettiva, ma
nasce da un ascolto ed è
destinata a pronunciarsi e a
diventare annuncio. Infatti,
« come crederanno in colui
del quale non hanno sentito
parlare? Come ne sentiranno
parlare senza qualcuno che
lo annunci? » (Rm
10,14). La fede si fa
allora operante nel
cristiano a partire dal dono
ricevuto, dall’Amore che
attira verso Cristo (cfr
Gal 5,6) e rende
partecipi del cammino
della Chiesa, pellegrina
nella storia verso il
compimento. Per chi è
stato trasformato in
questo modo, si apre un
nuovo modo di vedere, la
fede diventa luce per i
suoi occhi.
CAPITOLO
SECONDO
SE NON CREDERETE,
NON COMPRENDERETE
(cfr
Is 7,9)
Fede e
verità
23. Se non crederete,
non comprenderete (cfr
Is 7,9). La
versione greca della
Bibbia ebraica, la
traduzione dei Settanta
realizzata in
Alessandria d’Egitto,
traduceva così le parole
del profeta Isaia al re
Acaz. In questo modo la
questione della
conoscenza della verità
veniva messa al centro
della fede. Nel testo
ebraico, tuttavia,
leggiamo diversamente.
In esso il profeta dice
al re: "Se non
crederete, non resterete
saldi". C’è qui un gioco
di parole con due forme
del verbo ’amàn:
"crederete" (ta’aminu),
e "resterete saldi" (te’amenu).
Impaurito dalla potenza
dei suoi nemici, il re
cerca la sicurezza che
gli può dare un’alleanza
con il grande impero di
Assiria. Il profeta,
allora, lo invita ad
affidarsi soltanto alla
vera roccia che non
vacilla, il Dio di
Israele. Poiché Dio è
affidabile, è
ragionevole avere fede
in Lui, costruire la
propria sicurezza sulla
sua Parola. È questo il
Dio che Isaia più avanti
chiamerà, per due volte,
"il Dio-Amen" (cfr
Is 65,16),
fondamento incrollabile
di fedeltà all’alleanza.
Si potrebbe pensare che
la versione greca della
Bibbia, nel tradurre
"essere saldo" con
"comprendere", abbia
operato un cambiamento
profondo del testo,
passando dalla nozione
biblica di affidamento a
Dio a quella greca della
comprensione. Tuttavia,
questa traduzione, che
accettava certamente il
dialogo con la cultura
ellenistica, non è estranea
alla dinamica profonda del
testo ebraico. La saldezza
che Isaia promette al re
passa, infatti, per la
comprensione dell’agire di
Dio e dell’unità che Egli dà
alla vita dell’uomo e alla
storia del popolo. Il
profeta esorta a comprendere
le vie del Signore, trovando
nella fedeltà di Dio il
piano di saggezza che
governa i secoli.
Sant’Agostino ha espresso la
sintesi del "comprendere" e
dell’"essere saldo" nelle
sue Confessioni, quando
parla della verità, cui ci
si può affidare per poter
restare in piedi: « Sarò
saldo e mi consoliderò in
te, […] nella tua verità ».[17]
Dal contesto sappiamo che
sant’Agostino vuole mostrare
il modo in cui questa verità
affidabile di Dio è, come
emerge nella Bibbia, la sua
presenza fedele lungo la
storia, la sua capacità di
tenere insieme i tempi,
raccogliendo la dispersione
dei giorni dell’uomo.[18]
24. Il testo di Isaia,
letto in questa luce, porta
a una conclusione: l’uomo ha
bisogno di conoscenza, ha
bisogno di verità, perché
senza di essa non si
sostiene, non va avanti. La
fede, senza verità, non
salva, non rende sicuri i
nostri passi. Resta una
bella fiaba, la proiezione
dei nostri desideri di
felicità, qualcosa che ci
accontenta solo nella misura
in cui vogliamo illuderci.
Oppure si riduce a un bel
sentimento, che consola e
riscalda, ma resta soggetto al mutarsi
del nostro animo, alla
variabilità dei tempi,
incapace di sorreggere un
cammino costante nella vita.
Se la fede fosse così, il re
Acaz avrebbe ragione a non
giocare la sua vita e la
sicurezza del suo regno su
di un’emozione. Ma proprio
per il suo nesso intrinseco
con la verità, la fede è
capace di offrire una luce
nuova, superiore ai calcoli
del re, perché essa vede più
lontano, perché comprende
l’agire di Dio, che è fedele
alla sua alleanza e alle sue
promesse.
25. Richiamare la
connessione della fede
con la verità è oggi più
che mai necessario,
proprio per la crisi di
verità in cui viviamo.
Nella cultura
contemporanea si tende
spesso ad accettare come
verità solo quella della
tecnologia: è vero ciò
che l’uomo riesce a
costruire e misurare con
la sua scienza, vero
perché funziona, e così
rende più comoda e
agevole la vita. Questa
sembra oggi l’unica
verità certa, l’unica
condivisibile con altri,
l’unica su cui si può
discutere e impegnarsi
insieme. Dall’altra
parte vi sarebbero poi
le verità del singolo,
che consistono
nell’essere autentici
davanti a quello che
ognuno sente nel suo
interno, valide solo per
l’individuo e che non
possono essere proposte
agli altri con la
pretesa di servire il
bene comune. La verità
grande, la verità che
spiega l’insieme della
vita personale e
sociale, è guardata con
sospetto. Non è stata
forse questa — ci si
domanda — la verità
pretesa dai grandi
totalitarismi del secolo
scorso, una verità che
imponeva la propria
concezione globale per
schiacciare la storia concreta
del singolo? Rimane allora
solo un relativismo in cui
la domanda sulla verità di
tutto, che è in fondo anche
la domanda su Dio, non
interessa più. È logico, in
questa prospettiva, che si
voglia togliere la
connessione della religione
con la verità, perché questo
nesso sarebbe alla radice
del fanatismo, che vuole
sopraffare chi non condivide
la propria credenza.
Possiamo parlare, a questo
riguardo, di un grande oblio
nel nostro mondo
contemporaneo. La domanda
sulla verità è, infatti, una
questione di memoria, di
memoria profonda, perché si
rivolge a qualcosa che ci
precede e, in questo modo,
può riuscire a unirci oltre
il nostro "io" piccolo e
limitato. È una domanda
sull’origine di tutto, alla
cui luce si può vedere la
meta e così anche il senso
della strada comune.
30/11/2013
Catechesi Adulti - Martedì 3 Dicembre ore 21-22
30/11/2013
Siamo tutti colpiti da Papa Francesco, che nella sua Esortazione Evangelii Gaudium così ci richiama.
“Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata.”
Che cosa ti dicono queste parole?
Se non ti sono indifferenti vieni martedì 3 dicembre alle ore 21 nella sala parrocchiale di Domagnano, per scoprire cosa possono significare per te e come possono aiutarti a vivere ogni giorno con Gioia l’annuncio del Vangelo.
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Nella serata abbiamo parlato soprattutto di esperienze personali e Fede, ma anche di:
- Il silenzio di Dio => link
- L'uomo senza volto, disce aut discede => link
- Will Haunting, Genio Ribelle => Link
- Siamo tutti parte della Chiesa => Link
- Il nuovo Vescovo, Mons. Turazzi => link1, link2
- Evangelii Gaudium, punto 85.
"Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e
l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti
scontenti e disincantati dalla faccia scura.
Nessuno può intraprendere
una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo.
Chi
comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e
sotterra i propri talenti.
Anche se con la dolorosa consapevolezza delle
proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e
ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia
grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2
Cor 12,9).
Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che
al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza
combattiva contro gli assalti del male. Il cattivo spirito della
sconfitta è fratello della tentazione di separare prima del tempo il
grano dalla zizzania, prodotto di una sfiducia ansiosa ed egocentrica."
La serata si è chiusa con questa preghiera:
Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,hai accolto il Verbo della vita
nella profondità della tua umile fede,
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì”
nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.
Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo,
hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce
con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.
Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti
il dono della bellezza che non si spegne.
Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,
madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,
intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,
perché mai si rinchiuda e mai si fermi
nella sua passione per instaurare il Regno.
Stella della nuova evangelizzazione,
aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,
del servizio, della fede ardente e generosa,
della giustizia e dell’amore verso i poveri,
perché la gioia del Vangelo
giunga sino ai confini della terra
e nessuna periferia sia priva della sua luce.
Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli,
prega per noi.
Amen. Alleluia
A martedì prossimo.
- L’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” contiene molti
aspetti che riguardano, direttamente o indirettamente, la Dottrina sociale
della Chiesa. E’ un testo connotato dalla centralità, nella vita del cristiano,
dall’incontro con Gesù Cristo, il Salvatore e il Misericordioso. Il “gaudio” di
cui parla papa Francesco non è un generico sentimento psicologico, è la gioia
della persona rinata, della salvezza incontrata e sperimentata nella vita di
grazia, della misericordia che perdona i nostri peccati se anche noi lo
vogliamo, della luce che la fede in Gesù Cristo getta su tutta la nostra vita,
personale, familiare, comunitaria, sociale. E’ un’Esortazione Apostolica
“cristocentrica”, perché dalla luce di Gesù Cristo prendono luce il creato, la
Chiesa, l’umanità, la storia.
Questa impostazione cristocentrica è molto importante anche per la
Dottrina sociale della Chiesa che, come in molte occasioni aveva insegnato
Giovanni Paolo II, è “annuncio di Cristo nelle realtà temporali” e solo in
questa luce si occupa del resto. E’anche importante perché comporta, tra
l’altro, la priorità dell’annuncio sulla denuncia. Anche questa è una
impostazione già presente nel magistero sociale della Chiesa e che ora papa
Francesco riprende e sviluppa ulteriormente. L’annuncio deve essere fatto con
gioia, perché ha all’origine un “sì” che viene prima di ogni osservazione
critica sulle condizioni sociali di oggi. In principio c’è l’annuncio della
salvezza, della misericordia e della giustizia. Siamo grati al Santo Padre per
avere incentrato la sua Esortazione sull’essenziale.
Un aspetto non solo formale della “Evangelii Gaudium” è che il
Papa usa frequentemente il Compendio
della Dottrina sociale della Chiesa, lo raccomanda esplicitamente e
lo cita spesso. Il Compendio
è molto adoperato in America Latina, forse più che in Europa, e fa piacere che
ora il Papa latinoamericano lo riproponga a tutta la Chiesa. Del resto,
l’impianto del Compendio risponde proprio alle esigenze che papa Francesco
esprime in questa Esortazione Apostolica: in principio c’è il progetto di amore
di Dio sull’uomo, che riempie l’uomo di gioia e che lo spinge ad uscire verso
gli altri per partecipare questa gioia a tutti. Non che questo comporti un
rifiuto o una sottovalutazione del livello etico dei problemi sociali. Anzi, il
livello etico viene sollevato più in alto e protetto dalle sue sempre possibili
degenerazioni moralistiche. La legge nuova dell’amore non toglie la legge della
Tavola, ma la eleva e la purifica.
I temi e la prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa sono
presenti in tutta l’Esortazione, ma si concentrano soprattutto nei capitoli II
e IV. In quest’ultimo capitolo, dal titolo “La dimensione sociale
dell’Evangelizzazione”, il Santo Padre riprende con nuovi accenti i grandi temi
del rapporto tra annuncio di Cristo e sua ripercussione comunitaria, tra la
confessione della fede e l’impegno sociale, ma enuncia anche prospettive nuove,
che arricchiscono il magistero precedente. “Il tempo è superiore allo spazio”,
“L’unità prevale sul conflitto”; “La realtà è più importante dell’idea”; “Il
tutto è superiore alla parte”. Si tratta di quattro prospettive nuove a partire
dalle quali ripensare l’insieme delle relazioni sociali.
Sempre dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa,
un’importante novità della “Evagelii Gaudium” è l’ampio approfondimento,
contenuto nel capitolo IV, della cosiddetta “scelta preferenziale per i
poveri”. Il Papa ne parla dal punto di vista dell’amore evangelico di Gesù per
i piccoli e gli ultimi. E’ una ricca riflessione sull’atteggiamento dei
credenti e della Chiesa nei confronti dei poveri e su quanto da essi si possa
imparare. L’inclusione sociale dei poveri diventa qui qualcosa di più che una
politica sociale. Diventa la prospettiva stessa del nostro vivere in società,
l’aspetto che continuamente ci ricorda il motivo ultimo per cui esiste la
comunità politica. Trova spazio, esplicitamente o implicitamente, tutta la
riflessione della Dottrina sociale della Chiesa sulla solidarietà e il bene
comune, visti questa volta dal punto di vista dei poveri. Viviamo in un momento
particolare, da questo punto di vista. La crisi economica fa aumentare le
disuguaglianze e, quindi, anche i poveri e la povertà. Un nuovo sguardo sui poveri
a partire dai poveri evangelicamente intesi sarà di grande aiuto per tutti.
Dalla lettura della “Evangelii Gaudium”, tra i tanti spunti e
sollecitazioni, emerge l’importante concetto di “pace sociale”, che il Papa
approfondisce, sempre all’interno del capitolo IV. C’è la pace diplomatica tra
le nazioni, c’è la pace politica tra i partiti, ma c’è anche la pace sociale
tra i ceti e tra i cittadini. Su questa si riflette poco, eppure è oggi quella
più dirompente perché le disuguaglianze e la precarietà del lavoro finiscono
per mettere i cittadini e i gruppi sociali gli uni contro gli altri. Il testo
dell’Esortazione, a questo proposito, contiene delle salutari provocazioni
indirizzate all’economia e alla politica affinché rimettano al centro di se
stesse la persona umana e un autentico bene comune.
La “Evangelii Gaudium” ha un aspetto fortemente missionario,
conseguente alla impostazione cristocentrica di cui si parlava all’inizio.
Tutta la Chiesa è invitata da papa Francesco ad avere il coraggio della missione,
superando inerzie ed eccessivi scrupoli che paralizzano. Questo è vero anche
per la Dottrina sociale della Chiesa. Giovanni Paolo II aveva scritto nella Centesimus annus che
essa ha un aspetto “concreto” e “sperimentale” e invitava tutti i credenti a mettersi
in gioco con coraggio, inserendosi nel grande fiume di quanti da sempre nella
Chiesa hanno dato il loro impegno per il bene comune dei fratelli. Che la
Chiesa esca da se stessa per la missione non vuol dire né che bisogna uscire
“dalle chiese” né che si debba abbandonare la dottrina e la vita sacramentale.
Vuol dire, secondo papa Francesco, farsi guidare sempre dall’essenziale, e
l’essenziale, nella vita del cristiano, va donato a tutti.
10/12/2013
Catechesi per adulti di Domagnano, 10 dicembre 201
10/12/2013
Una serata dedicata al ricordo e alle impressioni della messa con Papa Francesco di Don Gabriele e Suor Maria Gloria Riva, con il commento anche della omelia del giorno (vedi di seguito).
Il Papa: la porta del Signore è sempre aperta, il cristiano non perda mai la speranza
Quando Gesù si avvicina a noi, sempre apre le porte e ci dà speranza. E’ quanto affermato da Papa Francesco, stamani, nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che non dobbiamo avere paura della consolazione del Signore, ma anzi dobbiamo chiederla e cercarla. Una consolazione che ci fa sentire la tenerezza di Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
“Consolate, consolate il mio popolo”. Papa Francesco ha iniziato la sua omelia soffermandosi su un passo del Libro del Profeta Isaia, Libro della consolazione d’Israele. Il Signore, ha osservato, si avvicina al suo popolo per consolarlo, “per dargli pace”. E questo “lavoro di consolazione” è così forte che “rifà tutte le cose”. Il Signore compie una vera ri-creazione:
“Ricrea le cose. E la Chiesa non si stanca di dire che questa ri-creazione è più meravigliosa della creazione. Il Signore più meravigliosamente ricrea. E così visita il suo popolo: ricreando, con quella potenza. E sempre il popolo di Dio aveva questa idea, questo pensiero, che il Signore verrà a visitarlo. Ricordiamo le ultime parole di Giuseppe ai suoi fratelli: ‘Quando il Signore vi visiterà portate con voi le mie ossa’. Il Signore visiterà il suo popolo. E’ la speranza di Israele. Ma lo visiterà con questa consolazione”.
“E la consolazione – ha proseguito – è questo rifare tutto non una volta, tante volte, con l’universo e anche con noi”. Questo “rifare del Signore”, ha detto il Papa, ha due dimensioni che è importante sottolineare. “Quando il Signore si avvicina – ha affermato – ci dà speranza; il Signore rifà con la speranza; sempre apre una porta. Sempre”. Quando il Signore si avvicina a noi, ha tenuto a ribadire, “non chiude le porte, le apre”. Il Signore “nella sua vicinanza – ha soggiunto – ci dà la speranza, questa speranza che è una vera fortezza nella vita cristiana. E’ una grazia, è un dono”:
“Quando un cristiano dimentica la speranza, o peggio perde la speranza, la sua vita non ha senso. E’ come se la sua vita fosse davanti ad un muro: niente. Ma il Signore ci consola e ci rifà, con la speranza, andare avanti. E anche lo fa con una vicinanza speciale a ognuno, perché il Signore consola il suo popolo e consola ognuno di noi. Bello come il brano di oggi finisce: ‘Come un pastore egli fa pascolare il gregge, e con il suo braccio lo raduna, porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri’. Quell’immagine di portare gli agnellini sul petto e portare dolcemente le madri: questa è la tenerezza. Il Signore ci consola con tenerezza”.
Dio che è potente, ha proseguito, "non ha paura della tenerezza". "Lui si fa tenerezza, si fa bambino, si fa piccolo”. Nel Vangelo, ha osservato, Gesù stesso lo dice: “Così è la volontà del Padre, che neanche uno di questi piccoli si perda”. Agli occhi del Signore, ha aggiunto, “ognuno di noi è molto, molto importante. E Lui si dà con tenerezza”. E così ci fa “andare avanti, dandoci speranza”. Questo, ha detto ancora, “è stato il principale lavoro di Gesù” nei “40 giorni fra la Risurrezione e l’Ascensione: consolare i discepoli; avvicinarsi e dare consolazione”:
“Avvicinarsi e dare speranza, avvicinarsi con tenerezza. Ma pensiamo alla tenerezza che ha avuto con gli apostoli, con la Maddalena, con quelli di Emmaus. Si avvicinava con tenerezza: ‘Dammi da mangiare’. Con Tommaso: 'Metti il tuo dito qui'. Sempre così è il Signore. Così è la consolazione del Signore. Che il Signore ci dia a tutti noi la grazia di non avere paura della consolazione del Signore, di essere aperti: chiederla, cercarla, perché è una consolazione che ci darà speranza e ci farà sentire la tenerezza di Dio Padre”.
15/12/2013
Catechesi per adulti, Domagnano 17 dicembre 2013 o
15/12/2013
26/01/2014
Catechesi per adulti, Domagnano, 21 gennaio 2014
26/01/2014
Prima catechesi dell'anno nuovo, dedicata a due testi di altrettante udienze generali di Papa Francesco:
link1 - link2
28/01/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 28 gennaio 2014
28/01/2014
Una serata di stretta attualità, dedicata al tema della "Identità di genere" e della legge in fase di discussione nel parlamento italiano in tema di "Omofobia", in compagnia di Giancarlo Amato dei Giuristi per la Vita (http://www.giuristiperlavita.org/), di cui consigliamo l'ultimo libro proprio su questo argomento (link), con la prefazione di S.E. Mons. Luigi Negri.
Alcuni documenti relativi ai temi trattati nella serata:
1) Video intervista a Giancarlo Amato sul tema "Omofobia" (link1; link2; link3)
2) Sentenza di Rovereto (link)
3) Presa di posizione vescovi veneti su Legge Omofobia (link)
4) Editoriale Piero Ostellino (link)
5) Standard OMS per l'educazione sessuale (link)
La serata ci ha coinvolto anche come genitori ed educatori, ricordando l'art. 26 della Dichiarazione dei diritti dell'Uomo:
ART. 26
1) Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve
essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari
e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla
portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente
accessibile a tutti sulla base del merito.
2) L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere
la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni,
i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni
Unite per il mantenimento della pace.
3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di
istruzione da impartire ai loro figli.
02/02/2014
Catechesi per adulti Domagnano, 4 febbraio 2014, o
02/02/2014
Una serata dedicata alla catechesi del Papa in tema di sacramenti: il Battesimo
Testo (link); video (link).
Nella serata abbiamo parlato anche di:
1) Manif pour Tous, buone notizie dalla Francia (link)
2) Pedofilia, quando lo scandalo non fa notizia (link)
3) Salmo 50 (link)
4) Pio IX e il caso Mortara (link)
5) Lettera a giornale.sm (link alla presunta notizia)
C’è un vantaggio (si fa per dire) a vivere qui a San Marino. Basta un niente per andare sui giornali e fare notizia.
Così è capitato a Don Peppino in questi giorni, per un fatto che –
anche dal racconto più malevolo – non avrebbe interrogato nessuno colle
domande espresse dal giornalista e/o dagli intervistati.
Sono
sacerdote da 40 anni e anche a me sono capitati episodi simili. E anche a
me è capitato di fermare per un poco di tempo la Messa (in attesa che
qualcuno chiamasse medico o ambulanza) e poi, dopo essermi accertato
della situazione, di avere proseguito la celebrazione. E non perché «la
messa vale più di un uomo» che sta male, ma per il semplice motivo che
non potevamo fare nulla, se non – visto che noi crediamo – pregare anche
per l’ammalato.
Sembra di assistere, ascoltando alcune delle
reazioni pubblicate sul giornale, alla esibizione della solita
presunzione, di chi sa già tutto quello che bisogna fare, e – nel caso i
responsabili si siano comportati diversamente – nella inevitabile
condanna.
Da un lato i giusti e puri (che si sentono tutti del
grandi CT – Commissari tecnici della Nazionale) e dall’altro i soliti
incompetenti e – soprattutto – in malafede.
Personalmente questi moralisti un tanto al chilo non mi sono particolarmente simpatici.
Don Gabriele Mangiarotti
09/02/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 11 febbraio 2014 o
09/02/2014
Una serata dedicata alla catechesi del Papa in tema di sacramenti: la Cresima
Testo (link); video (link).
Nella serata abbiamo parlato anche di:
1) Papa Francesco e la Santa Messa (link)
2) Papa Benedetto XVI e le "minoranze creative" (link)
3) Kung a Repubblica su Chiesa e Fedeli (link)
4) La conversione di Andrè Frossard (link)
A martedì prossimo...
16/02/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 18 febbraio ore 21
16/02/2014
Nella serata abbiamo vissuto insieme le emozioni di tre video Thailandesi di una casa produttrice di Lingerie, ognuno dei quali ci ha fatto vedere, con aspetti diversi, la vera bellezza delle donne, proprio quella che rischiamo di perdere in occidente, pensate alla NOSTRA pubblicità di lingerie ....
* Video 1 (link)
* Video 2 (link)
* Video 3 (link)
Il commento di Suor Maria Gloria Riva con la versione integrale dei 3 video (link)
Nella serata abbiamo parlato anche di:
- la morte di Riberto Freak Antoni, ex cantante degli Skiantos (link);
- Benedetto XVI e i tagliatori di sicomori (link);
- donare è la miglior cosa (link);
- l'esistenza di Dio e del barbieri (link);
- i giovani della Rosa Bianca (link).
04/03/2014
Catechesi per adulti, Domagnano, 4 marzo 2014 ore
04/03/2014
Serata dedicata alla Eucarestia, seguendo la Catechesi del Santo Padre (link).
Nella serata abbiamo parlato anche di:
1) Messaggio del Papa per la quaresima 2014 (link)
2) Introduzione allo spirito della liturgia (link1; link2)
25/03/2014
Catechesi per adulti, Domagnano, 11 marzo 2014 ore
25/03/2014
La catechesi si è basata su questo testo del Santo Padre: link
26/03/2014
Catechesi per adulti, Domagnano, 26 marzo 2014 ore
26/03/2014
Dalla Prolusione del Card. Bagnasco
5. Iperindividualismo
Come è grande e antica la presenza operosa della Chiesa accanto a tutte le povertà materiali della gente e dei popoli, così è grande e convinta la sua attenzione a tutto ciò che corrompe la mente e il cuore, rende smarrita e confusa la persona sulla sua identità, sul valore della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla nascita, dalla crescita alla piena maturità, dal declino fino alla morte naturale: “La difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. (…) Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno” (id. 213). Seminare e codificare errori su queste realtà fa incerti e fragili i rapporti, alimenta diffidenze in chi si trova nel bisogno e nella dipendenza, rende individualista la società. Tutto ciò è la premessa – forse prevista e voluta – perché i più forti e senza scrupoli possano manipolare e piegare persone e Nazioni ai propri interessi. Bisogna andare contro la corrente di un individualismo scellerato che – applicato ai vari campi dell’esistenza privata e pubblica – porta a camminare sulla pelle dei poveri, a non aver tempo di fermarsi accanto alle moltitudini ferite sulla via di Gerico. È una visione iperindividualista all’origine dei mali del mondo, tanto all’interno delle famiglie quanto nell’economia, nella finanza e nella politica. Ma il sentire profondo del nostro popolo è diverso. Come Pastori, che hanno la grazia di vivere con la gente, ne conosciamo l’impegno nei doveri quotidiani, il senso profondo della famiglia, la solidarietà nelle relazioni, l’autentico eroismo nella dedizione ai malati e agli anziani, la passione responsabile nell’educazione dei figli. È questa rete virtuosa che sostiene il Paese e la speranza nel futuro. La ripresa, giustamente invocata, sarà un’illusione senza una rinascita morale e spirituale; e ciò sarebbe tanto più grave perché la dura lezione della crisi sarebbe stata vana, pagata soprattutto dai deboli. Bisogna accelerare la conversione dall’io al noi e dal mio al nostro: non certo nel senso che non esistono più l’io e il mio, ma nel senso che mai più dovranno essere intesi come degli assoluti, cioè slegati dal resto del mondo fatto di “altri”: persone, istituzioni, aziende, Paesi. Un mondo fatto da stagioni diverse, come l’efficienza dell’età adulta, l’infanzia e la giovinezza, la malattia e la vecchiaia. Un mondo fatto di aree diverse di sviluppo e risorse, di ricchi e di poveri, di giustizia e di ingiustizia, di diritti umani proclamati e di fatto violati, come ad esempio i diritti del bambino, oggi sempre più aggredito: ridotto a materiale organico da trafficare, o a schiavitù, o a spettacolo crudele, o ad arma di guerra, quando non addirittura esposto all’aborto o alla tragica possibilità dell’eutanasia. Ciò grida vendetta al cospetto di Dio. O anche la tratta delle donne, la violazione – a volte fino alla morte – della loro dignità. In un mondo che si definisce evoluto e civile, quante sono ancora le forme di violenza e di barbara criminalità che assume anche forme organizzate e mafiose, come è stato ricordato nei giorni scorsi dal Santo Padre incontrando i familiari delle vittime nella Parrocchia romana di San Gregorio! Anche la libertà religiosa è ancora perseguitata in troppe regioni del mondo, e da non poche parti del pianeta continuano a salire rumori di conflitto che devono essere affrontati con le armi della preghiera e del dialogo onesto senza altri interessi. A tanti nostri fratelli e sorelle in umanità e spesso nella fede, che sono anche vicinissimi perché parte del nostro Continente – come il popolo ucraino – da questa simbolica sede vogliamo far pervenire la nostra vicinanza di Pastori, perché le ansie e le sofferenze, i diritti e le speranze di tutti trovino casa nella giustizia e nella pace. Anche per questo, la comunità cristiana ha aderito con gratitudine all’iniziativa di Papa Francesco, per 24 ore di adorazione e riconciliazione in tutte le Diocesi.
6. Educare intelligenza e cuore
Come sappiamo, l’annuncio di Cristo è fondamento e criterio dell’educazione delle intelligenze e dei cuori, una educazione integrale che la scuola è chiamata a offrire: “Il compito educativo è una missione chiave”, affermava recentemente il Santo Padre (Discorso ai Superiori Generali degli Istituti maschili di vita religiosa, 29.11.2013). E noi, Vescovi Italiani, con rinnovato impegno camminiamo nella via del decennio che abbiamo dedicato a questa missione. Per questo, con tutte le persone di buona volontà e di retto sentire, guardiamo all’appuntamento del 10 maggio prossimo in piazza San Pietro con il Papa. Davanti a Lui e con Lui, riaffermeremo l’urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell’educare i figli; il grave dovere della società – a tutti i livelli e forme – di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica. Essa è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offrendo un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall’ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo – tra l’altro – l’enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno grazie a questa peculiare presenza. È in questo orizzonte che riaffermiamo il primato della persona, e quindi la tutela che si deve ad ogni persona specialmente se in situazione di fragilità – contro ogni forma di discriminazione e violenza. E nello stesso tempo non possiamo non ricordare il grave pericolo che deriva dallo stravolgere o disattendere i fondamentali fatti e principi di natura che riguardano i beni della vita, della famiglia e dell’educazione. La preparazione alla grande Assise del Sinodo sulla Famiglia, che si celebrerà in due fasi nel 2014 e nel 2015, nonché il recente Concistoro sul medesimo tema, hanno provvidenzialmente riposto l’attenzione su questa realtà tanto “disprezzata e maltrattata”, come ha detto il Papa: commenterei, “disprezzata” sul piano culturale e “maltratta” sul piano politico. Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta. In questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado. In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre…parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte. È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga. Anche il fenomeno dell’”alcol estremo” – cioè di bere fino allo sfinimento o peggio – non può lasciare indifferente nessuno, tranne chi si arricchisce sul male degli altri. Si dovrebbe, invece, sprigionare nell’intera società un brivido di rifiuto e di seria preoccupazione, tale da provocare investimenti seri di risorse umane, economiche e valoriali, ben più meritorie rispetto a iniziative ideologiche e maldestre.
28/04/2014
Catechesi per adulti, Domagnano, 8 aprile 2014 - I
28/04/2014
La catechesi è stata basata sul testo dell'udienza del Santo Padre in tema di Matrimonio: link
Nella serata abbiamo parlato anche di:
- l'indissolubilità del Matrimonio è un dono non una norma - Card. Caffarra: link;
- preghiera per il Venezuela e i Missionari rapiti in Cameroun: link
26/10/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 29 aprile 2014
26/10/2014
Omelia di Giovanni Paolo II per l’inizio del Pontificato
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.
10. Dimensione umana del mistero della Redenzione
L'uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l'amore, se non s'incontra con l'amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò appunto Cristo Redentore - come è stato già detto - rivela pienamente l'uomo all'uomo stesso. Questa è - se così è lecito esprimersi - la dimensione umana del mistero della Redenzione. In questa dimensione l'uomo ritrova la grandezza, la dignità e il valore propri della sua umanità. Nel mistero della Redenzione l'uomo diviene nuovamente «espresso» e, in qualche modo, è nuovamente creato. Egli è nuovamente creato! «Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù»64. L'uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo - non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali, e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere - deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto se stesso, deve «appropriarsi» ed assimilare tutta la realtà dell'Incarnazione e della Redenzione per ritrovare se stesso. Se in lui si attua questo profondo processo, allora egli produce frutti non soltanto di adorazione di Dio, ma anche di profonda meraviglia di se stesso. Quale valore deve avere l'uomo davanti agli occhi del Creatore se «ha meritato di avere un tanto nobile e grande Redentore»65, se «Dio ha dato il suo Figlio», affinché egli, l'uomo, «non muoia, ma abbia la vita eterna»66.
In realtà, quel profondo stupore riguardo al valore ed alla dignità dell'uomo si chiama Vangelo, cioè la Buona Novella. Si chiama anche Cristianesimo. Questo stupore giustifica la missione della Chiesa nel mondo, anche, e forse di più ancora, «nel mondo contemporaneo». Questo stupore, ed insieme persuasione e certezza, che nella sua profonda radice è la certezza della fede, ma che in modo nascosto e misterioso vivifica ogni aspetto dell'umanesimo autentico, è strettamente collegato a Cristo. Esso determina anche il suo posto, il suo - se così si può dire - particolare diritto di cittadinanza nella storia dell'uomo e dell'umanità. La Chiesa, che non cessa di contemplare l'insieme del mistero di Cristo, sa con tutta la certezza della fede, che la Redenzione, avvenuta per mezzo della croce, ha ridato definitivamente all'uomo la dignità ed il senso della sua esistenza nel mondo, senso che egli aveva in misura notevole perduto a causa del peccato. E perciò la Redenzione si è compiuta nel mistero pasquale, che attraverso la croce e la morte conduce alla risurrezione.
Il còmpito fondamentale della Chiesa di tutte le epoche e, in modo particolare, della nostra, è di dirigere lo sguardo dell'uomo, di indirizzare la coscienza e l'esperienza di tutta l'umanità verso il mistero di Cristo, di aiutare tutti gli uomini ad avere familiarità con la profondità della Redenzione, che avviene in Cristo Gesù. Contemporaneamente, si tocca anche la più profonda sfera dell'uomo, la sfera - intendiamo - dei cuori umani, delle coscienze umane e delle vicende umane.
All’UNESCO
«Genus humanum arte et ratione vivit» (cfr. S.Thomae «In Aristotelis "Post. Analyt."», 1). Queste parole di uno dei più grandi geni del cristianesimo, che fu nello stesso tempo un continuatore fecondo del pensiero antico, portano al di là del cerchio e del significato contemporaneo della cultura occidentale sia mediterranea che atlantica. Esse hanno un significato che si applica all'insieme dell'umanità in cui si incontrano le diverse tradizioni che costituiscono la sua eredità spirituale e le diverse epoche della sua cultura. Il significato essenziale della cultura consiste, secondo queste parole di san Tommaso d'Aquino, nel fatto che essa è una caratteristica della vita umana come tale. L'uomo vive di una vita veramente umana grazie alla cultura. La vita umana è cultura nel senso anche che l'uomo si distingue e si differenzia attraverso essa da tutto ciò che esiste per altra parte nel mondo visibile: l'uomo non può essere fuori della cultura. La cultura è un modo specifico dell'«esistere» e dell'«essere» dell'uomo. L'uomo vive sempre secondo una cultura che gli è propria, e che, a sua volta, crea fra gli uomini un legame che pure è loro proprio, determinando il carattere inter-umano e sociale dell'esistenza umana. Nell'unità della cultura, come modo proprio dell'esistenza umana, si radica nello stesso tempo la pluralità delle culture in seno alle quali l'uomo vive. In questa pluralità, L'uomo si sviluppa senza perdere tuttavia il contatto essenziale con l'unità della cultura in quanto dimensione fondamentale ed essenziale della sua esistenza e del suo essere.
7. L'uomo che, nel mondo visibile, è l'unico soggetto ontico della cultura, è anche il suo unico oggetto e il suo termine. La cultura è ciò per cui l'uomo in quanto uomo diventa più uomo, «è» di più, accede di più all'«essere». E' qui anche che si fonda la distinzione capitale fra ciò che l'uomo è e ciò che egli ha, fra l'essere e l'avere. La cultura si situa sempre in relazione essenziale e necessaria a ciò che è l'uomo, mentre la sua relazione a ciò che egli ha, al suo «avere», è non soltanto secondaria, ma del tutto relativa.
16/11/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 13 maggio 2014
16/11/2014
Una serata dedicata all'incontro di Papa Francesco con la scuola, in cui abbiamo anche commentato il video di Giacomo Porretti sulla Madonnina e le parole di Mons. Galantino che tanto hanno fatto discutere i cattolici (link)
Video di Papa Francesco all'incontro del 10 maggio 2014 con la scuola italiana: link
Discorso del Santo Padre al mondo della scuola italiana: link
16/11/2014
Catechesi per adulti, Domagnano 20 maggio 2014
16/11/2014
Il discorso del Santo Padre Francesco alla 66a Assemblea Generale della CEI (link)
16/11/2014
Catechesi per adulti, Ponte Cappuccini 22 ottobre
16/11/2014
4 Scoprendosi amato da Dio, l'uomo comprende la propria trascendente dignità, impara a non accontentarsi di sé e ad incontrare l'altro in una rete di relazioni sempre più autenticamente umane. Uomini resi nuovi dall'amore di Dio sono in grado di cambiare le regole e la qualità delle relazioni e anche le strutture sociali: sono persone capaci di portare pace dove ci sono conflitti, di costruire e coltivare rapporti fraterni dove c'è odio, di cercare la giustizia dove domina lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Solo l'amore è capace di trasformare in modo radicale i rapporti che gli esseri umani intrattengono tra loro. Inserito in questa prospettiva, ciascun uomo di buona volontà può intravedere i vasti orizzonti della giustizia e dello sviluppo umano nella verità e nel bene.
Una serata dedicata al Compendio della Chiesa Cattolica (link), di cui sono stati commentati i punti da 1 a 27.
I video: seconda parte (link); terza parte (link).